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    NUN
    GREGORY FORSTNER
    GIAN DOMENICO SOZZI

    20 Gennaio – 28 Febbraio 2009

    Opere

    Gregory Forstner

    Gian Domenico Sozzi

    La galleria Otto Zoo è lieta di annunciare la mostra NUN, a cura di Marco Tagliafierro, che presenta i lavori degli artisti Gregory Forstner e Gian Domenico Sozzi.

    NUN, ora, è l’istante in cui i segni eterogenei trovano una possibilità di aggregazione; un incontro casuale, inaspettato, frutto della combinazione fortuita, foriera di fraintendimenti vivificanti, in grado di inaugurare nuovi linguaggi.

    Questo è quello che normalmente avviene nello studio dell’artista e che ora accade in galleria; una dimensione spazio-temporale in grado di catalizzare elementi  provenienti da contesti diversi. è lo sguardo stesso dell’artista a creare armonia là dove c’era un andamento distonico.

    Il rimando allo studio dell’artista, un archetipo visivo fondamentale nel dibattito estetico contemporaneo, è ripreso dal curatore Marco Tagliafierro per fornire un riferimento visivo che sintetizzi il concetto di risonanza semantica tra segni differenti; esprime inoltre il senso della continuità con la mostra precedente, ospitata da Otto Zoo, intitolata ICI, che si riferiva alla dimensione intellettuale del fare artistico relativo al medium pittura.

    Pittura da rimettere in scena, è la sfida che NUN si propone. Cercando i possibili sviluppi di questo medium in tecniche che non gli sono proprie o in processi che non lo riguardano direttamente oltre che nell’ortodossia della stessa pratica pittorica.

    Gian Domenico Sozzi, cremonese, nato nel 1960, è interessato a capire, attraverso il suo lavoro artistico, come i segni che contraddistinguono la quotidianità vengano ad incontrasi naturalmente, trasportati dalla casualità.

    Frammenti e oggetti trovati per caso, provenienti da mondi antitetici, si rivelano, in questo lavoro, indissolubilmente legati per dare vita a scenari inattesi. Si tratta prima di tutto dell’incontro tra due mondi, quello naturale e quello umano, immortalati nell’istante in cui si sono ricongiunti, l’attimo nel quale qualsiasi accadimento è possibile.

    Come spesso succede nel lavoro di Gian Domenico Sozzi, anche in questa mostra, le scoperte insolite, scomposte, apparentemente incomprensibili si ritrovano legate in un percorso mentale antinarrativo ma in grado di significare una consequenzialità giusta a rappresentare i moti dell’animo.

    L’assurdità come elemento ricorrente nella congiunzione tra gli eventi ispira da sempre Gregory Forstner, francese d’origine, nato a Douala, Cameroon nel 1975. L’estetica del grottesco permane come riferimento primario nello sviluppo della sua vicenda artistica ed è, in ultima analisi, il pretesto per approfondire le complesse dinamiche attraverso le quali si manifesta il paradossale, l’illogico.

    Gregory Forstner, infatti, non lavora seguendo una consequenzialità logica,  i soggetti che ritrae giungono direttamente dagli interessi che coltiva quotidianamente e che finiscono per combinarsi spontaneamente, come risultato del continuo lavoro delle associazioni automatiche, non aliene al gusto dell’artista che rimane l’unico filo conduttore possibile. Nel suo studio, l’artista sperimenta da vicino come le cose acquistino senso da sole, confrontandosi liberamente.

    La pittura di Gregory Forstner esprime la natura fisica del colore e della materia dalla quale è costituito. è una sfida continua con la tela e con le difficoltà che essa pone come questioni esistenziali. Concedersi costantemente il lusso del rischio, dell’intraprendere strade sempre nuove, inusuali, è la cifra del suo essere pittore, prima ancora che artista. Le pennellate si evolvono senza imporsi un andamento premeditato.

    Come gli oggetti che entrano a far parte dell’immaginario segnico di Gian Domenico Sozzi, per ammissione dell’artista, sembrano averlo scelto, così nel caso di Gregory Forstner pare che la tela stessa gli sia venuta incontro per sfidarlo.