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    We Are All Astronauts

    DAVID RICKARD

    03 Febbraio – 18 Marzo 2017

    Opere

    Otto Zoo presenta We are all Astronauts, la prima personale in galleria dell’artista di origine Neo Zelandese di base a Londra, David Rickard.

    ‘I’ve often heard people say, “I wonder what it would be like to be on board a spaceship”, and the answer is very simple. What does it feel like? That’s all we have ever experienced. We are all astronauts.’ Buckminster Fuller, 1969[1]

    Scritta nel momento in cui l’esplorazione dello spazio era al culmine e nasceva l’ambientalismo moderno, la frase We are all Astronauts parla dell’espansione del punto di vista umano e del superamento della posizione geocentrica. Questa espansione della prospettiva è il punto centrale dell’installazione di David Rickard da Otto Zoo, nell’ambito della sua costante ricerca sulle proprietà della materia nell’ambiente che ci circonda, sulle relazioni spaziali tra le persone, gli oggetti e le architetture.

    La galleria è attraversata dalla nuova grande installazione Black Fan: una lunga diagonale di corde nere a cui sono appesi dei piombini, secondo una linea regolare appena sopra il livello del pavimento. Che attiva la percezione del visitatore sotto l’effetto di un gioco prospettico dell’azione della gravità.

    I lavori We are All Astronauts e Vertical Horizon funzionano da estensione di Black Fan documentando con la fotografia e il video le relazioni tra diverse posizioni del globo. We Are all Astronauts, creato in Mozambico, Centro Brasile, Australia dell’Ovest e Polinesia Francese, riporta una serie di coordinate precise poste alla stessa latitudine ma separate esattamente da 90 gradi di longitudine. In ciascuna posizione è stato collocato un angolo retto realizzato con del legno trovato sul luogo e che insieme formano l’installazione dei quattro angoli del mondo.  Anche per il lavoro Vertical Horizon, Rickard ha visitato due posti agli antipodi: Hokitika, Nuova Zelanda (S 42° 42.25, E 170° 58.50) e Abiun, Spania (N 42° 42.25 W 9° 1.50), creando un film che rivela le nostre ristrette nozioni di orientamento.

    Il lavoro Star Gazer è ispirato dalle strutture geodetiche di Buckminster Fuller e dal matematico Johannes Kepler, che nel diciassettesimo secolo credette di aver scoperto la proporzione del sistema solare conosciuto, innestando cinque solidi platonici uno all’interno dell’atro, per formare il Mysterium Cosmographicum. Teoria che tuttavia si dimostrò poco accurata dopo la scoperta di Urano e Nettuno.

    La stessa localizzazione di Otto Zoo diventa parte dei lavori “100,000 Pa” e “London Chair”. Situata a 117m sul livello del mare, la galleria si trova alla precisa altitudine in cui, con una temperatura di 25°C, la pressione dell’aria è a 100,000 Pa. Tramite un radiatore l’artista crea un territorio invisibile, che inserisce la galleria in un più ampio contesto climatico.

    Anche London Chair rimanda al di fuori dei confini della galleria: tagliando due gambe ad una sedia dello spazio e riallineandole con la posizione di Londra, crea una connessione tra Milano e la città dell’artista.

    Come avviene in tutti i lavori della mostra We Are All Astronauts, basta un’azione semplice ma attentamente ponderata, per manomettere e attivare le connessioni tra oggetti di tutti i giorni e il contesto in cui viviamo.

    David Rickard ha conseguito una laurea in architettura in Nuova Zelanda per poi studiare all’Accademia di Brera di Milano e alla Central Saint Martins di Londra. Le sue mostre personali più recenti includono: A Bag of Atoms, Balzer Projects, Basel (2016); O, Copperfield, London (2016); Out of Sorts, Copperfield off-site, Rotterdam (2015); Vanishing Point, Sumarria Lunn, London (2013); Displacements, Galleria Michela Rizzo, Venice (2012); Time + Trace, Sumarria Lunn Gallery, London (2011); Test Flights, Economist Plaza, London (2010). Mostre collettive: Not Really Really, The Frederic de Goldschmidt Collection, Brussels, Belgium (2016); Yield, Belval, Luxembourg (2016); The Dream of Modern Living? – Warrington Museum and Art Gallery, UK (2015); Flags, Serra di Giardini, Venice (2015); Weight for the Showing, Maddox Arts, London (2015); Act & Application, Lawrie Shabibi, Dubai (2014); Alchemy, State of Change, NEST, The Hague (2014); Intersections – Science in Contemporary Art, Weizmann Institute, Tel Aviv (2012); Round the Clock, 54th Venice Biennale (collateral), Venice (2011); Beyond Ourselves, The Royal Society of Science, London (2011).

    [1] Operating Manual for Spaceship Earth