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    Forme-pensiero
    MERIS ANGIOLETTI

    22 marzo 2018 – 12 maggio 2018

    Opere

    →  Di Luce e Ombra
    Un racconto ispirato dalla mostra Forme-pensiero
    di Meris Angioletti. (Annika Pettini)

    Otto Zoo presenta Forme-pensiero, mostra personale di Meris Angioletti, aperta dal 22 marzo al 12 maggio 2018.

    La mostra propone alcune opere recenti dell’artista, caratterizzate dall’uso di elementi primari presi in prestito dal linguaggio cinematografico (luce, proiezione, testo, fotogramma). Ognuno è evidenziato, nei singoli lavori, disgiunto dagli altri, per creare zone di contatto e trasparenza. Come se lo spazio tra le opere fosse riempito dalla loro stessa necessità di propagazione, da una traccia della loro presenza sulla retina: forme-pensiero di emanazione e interferenza; qualcosa si materializza e qualcosa rimane invisibile.

    Arcano II, il cui titolo fa riferimento al secondo arcano dei Tarocchi, La Papessa, è un’installazione composta da una coppia di arazzi, ispirati all’astrattismo delle prime avanguardie, in cui le forme elementari dell’uno si trasmettono all’altro come una variazione musicale, un crescendo organico di organizzazione e aleatorietà.

    Nella seconda sezione della mostra, è esposta la serie di sciadografie (come il primo procedimento sul negativo di Henry Fox Talbot), denominate D-76: immagini fotografiche ottenute per semplice interposizione di oggetti fra la carta sensibile e la fonte luminosa, in cui elementi organici come la polvere di ferro, i cristalli, le piante, le conchiglie vengono combinati e fatti reagire con la superficie fotosensibile al fine di far riaffiorare la loro propria riduzione ossidativa, in un processo al limite tra riconoscibilità e astrazione.

    Il percorso si conclude con un’installazione di tre video, documentazioni incomplete di altrettante “conferenze espanse”, trasposizioni performative del concetto di Expanded Cinema di Gene Youngblood, in cui la materia testuale alla base della performance viene proiettata e frammentata nello spazio, fisico e mentale, fino a scomparire, come avviene nelle immagini private del sonoro.

    L’anello e il Libro, dall’omonima performance realizzata a Roma nel 2016, è una prova difettosa di un immaginario processo al filosofo Giordano Bruno.

    Così come difettosa è la documentazione della conferenza Un re in ascolto, di cui rimangono solo le riprese di un film realizzato per sovrapposizione di immagini in risposta ritmico-visiva alla partizione musicale della performance. Il titolo riprende l’omonimo racconto di Italo Calvino, dove il protagonista percepisce il mondo solo con l’udito, ma nel suo video, Meris Angioletti ribalta la prospettiva e ancora una volta è l’assenza, l’elemento mancante, il vero protagonista.

    Un danzatore, la cui coreografia è ispirata alla tradizione orale siciliana del cuntu, evolve nello spazio dell’ultimo video in mostra, Cuntu, proiettato su un disegno murale astratto; munito di bastoni, nella sua successione di movimenti accumula infiniti racconti e modi di raccontare, di trasmettere informazioni attraverso il gesto. Invertendo il rapporto tra performance e documentazione, il video diventa la partizione per un’ulteriore performance, che si terrà la sera dell’inaugurazione.

    Meris Angioletti è nata a Bergamo nel 1977 e vive e lavora a Parigi. Dopo aver studiato fotografia all’Accademia di Brera e alla CFP Bauer, è stata in residenza a Le Pavillon–Palais de Tokyo e all’ISCP (International Studio and Curatorial Program) di New York. Una selezione delle sue recenti mostre personali include:  L’anneau et le livre, ENSAPC YGREC, Parigi; Adagio, (con Flora Moscovici), LaBF15 espace d’art contemporain, Lione; Le Grand Jeu, FRAC Champagne-Ardenne; Danza macabra, BACO, Bergamo; Golden, Brown and Blue, galleria Schleicher/Lange, Berlino; Meris Angioletti, La Galerie – centre d’art contemporain, Noisy-Le-Sec; I describe the Way and meanwhile I am Proceeding along It, Fondazione Galleria Civica di Trento; Ginnastica Oculare, GAMeC, Bergamo; Il Paradigma Indiziario, Careof, Milano. Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 2011 e a quella di São Paulo del 2012.