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    Jump-cut to eyeline match-forgetting the sound of her voice

    ALA DEHGHAN

    2 Dicembre 2015 – 30 Gennaio 2016

    Opere

    Otto Zoo presenta Jump-Cut to Eyeline-Match: Forgetting the Sound of Her Voice, la prima personale in Italia di Ala Dehghan, artista iraniana che da alcuni anni vive e lavora a New York. La mostra, in collaborazione con Maria Carpaneto Albani, comprende il suo lavoro piú recente, composto da collage realizzati con immagini, detriti e materiale organico raccolto a Brooklyn, Teheran e altri luoghi visitati dall’artista.

    I collage di Dehghan mostrano un impulso a dissezionare – sicamente, teoricamente e psicologicamente – una serie di materiali comuni in modo tale da creare un canale attraverso il quale le forze sociopolitiche, culturali e di mimesi che li hanno originati possano essere riproiettate all’esterno grazie alla loro distruzione e ricostruzione.

    Tanto ef meri quanto luminosi, questi lavori presentano una complessità elusiva, grazie alla strati cazione di pittura, garze, oggetti trovati e una grande quantità di ritagli aggregati in collage e assemblaggi.

    Traboccante di allegorie, di visioni e abili fusioni di icone d’alta moda trasformate in combattenti, Jump-Cut to Eyeline-Match: Forgetting the Sound of Her Voice attraversa anni di lavoro dell’artista e presenta il suo archivio, scomposto e densamente strati cato, no a manifestare un’estetica e una mediazione loso ca sulla perdita e la trasformazione. Ognuno dei suoi lavori necessita una decostruzione: i vari elementi sono estratti, trasposti e tras gurati dal loro stato originale e caricati di nuovo o ulteriore signi cato, per mezzo della loro rappresentazione nale strati cata.

    Formalmente queste opere non si adattano alla bidimensionalità delle pareti della galleria; molte di loro sono pensate per essere viste da angolazioni multiple e sono allestite su strategici supporti di cellophane, rete e altri materiali trasparenti.
    Ala dimostra una meticolosità illimitata nella ricerca dei suoi materiali: ritagli di fogli stampati, giornali e decine di altre immagini vengono rovinosamente dipinti, tagliati e rilavorati. Le sue opere sono fortemente in uenzate dalla storia eppure ancora aperte ad interpretazioni: si può cogliere un groviglio di signi cati diversi dalle sue costruzioni attentamente concepite. Il suo lavoro ci fornisce infatti un’ampia serie di frammenti che svelano più pensieri che conclusioni.

    Ala Dehghan è nata a Teheran nel 1982. Le sue personali più recenti includono The Upside-down Scenery, Kalfayan Galleries di Atene e I can explain everything alla Thomas Erben Gallery di New York. Ha partecipato a residenze al Vermont Studio Center e alla Del na Foundation, ed è stata nalista del Magic of Persia Contemporary Art Prize. Nel 2013 ha conseguito un MFA in Painting and Printmaking alla Yale University School of Art. Attualmente vive e lavora a Brooklyn.