Follow Me

    Close

    miart
    Meris Angioletti

    31 Marzo – 2 Aprile 2017

    Opere

    L’installazione di Meris Angioletti per miart – On Demand 2017, mette in relazione fra loro tre serie di lavori che fanno parte della sua ricerca più recente.

    Collage materici, fotografie, proiezioni di diapositive e arazzi, creano un dialogo sulle basi concettuali caratteristiche del lavoro di Meris  Angioletti: le relazioni tra i meccanismi mentali e le forme linguistiche, la manifestazione e l’occultamento derivanti da qualsiasi forma di narrazione, lo spazio filmico come spazio rituale. Da sempre il suo lavoro si è soffermato in quello spazio indistinto tra arte e scienza, laddove è difficile distinguere il processo creativo dal metodo scientifico.

    Le opere presentate sono strettamente legate a una struttura filmica invisibile e simbolica, dove si proiettano parole, si creano immagini attraverso i colori e i materiali, si narrano storie attraverso le trame di un tessuto.

    Lavori in mostra

    1. A slight ache, 2017 – digital print on photographic paper, ed. 1/4 + a.p., 33×40 cm, framed.

    L’immagine fa riferimento a uno dei personaggi silenti della performance-conferenza L’anello e il libro – prologo, realizzata a Roma, al Palatino, Par Tibi, Roma Nihil a settembre del 2016, ispirata al processo a Giordano Bruno. L’asino, immagine cara al filosofo, è simbolo di conoscenza silenziosa, di possibilità di conoscenza; per Apuleio rappresenta un percorso di metamorfosi.

    La fotografia prende titolo e ispirazione da una pièce radiofonica e poi teatrale di Harold Pinter, in cui appariva un personaggio muto (alla radio) col viso coperto da un passamontagna nero. La presenza silenziosa rimanda all’idea di un testimone, ma anche a quella dell’inconscio.

    2. L’anello e il libro – partizione 1, 2017 linoleum, zinc, 150×150 cm
    3. L’anello e il libro – partizione 2, 2017 linoleum, brass, 150×150 cm

    Le composizioni fanno parte di una recente ricerca di Meris Angioletti sulla combinazione dei materiali come forma di montaggio di un racconto per immagini e anche come matrici di stampa. L’aspetto ritmico e combinatorio delle due opere è una forma di riflessione sulla manifestazione e l’occultamento (come rimosso o autocensura) e rappresenta uno studio collaterale alle immagini dell’installazione video dello stand.

    Questi due lavori riprendono la configurazione de “Le grand jeu” la grande installazione realizzata dall’artista al FRAC Champagne Ardenne.

    4. L’anello e il libro – sigillo, 2017 mixed media on paper, 50×70 cm
    Studio preparatorio per l’installazione in forma di poliedro.

    I personaggi della performance prima e dell’installazione video (che sarà presentata alla mostra personale che si terrà presso ENSAPC YGREC a Parigi a ottobre 2017 e che ha ricevuto il sostegno del FNAGP Fondation Nationale des Arts Graphiques et Plastiques, Aide au projet 2016) si dispongono nello spazio seguendo delle forme geometriche, che riprendono da un lato i sigilli di Giordano Bruno e dall’altro un’idea cinematografica di Hollis Frampton: “Ma invece immaginiamo ogni mito come un poliedro regolare e cristallino, sospeso, senza peso, nel vuoto, dove ciascuno dei vertici tocchi, in un perfetto equilibrio geodetico, la superficie di una sfera iridescente immaginaria. L’esistenza di questo corpo dipende interamente da tutte le sue sfaccettature: ognuna rapprenta una storia. (…) Il centro della sfera è occupato dal poliedro del Narratore.”Hollis Frampton, A pentagram for conjuring the narrative, «L’Écliptique du savoir, film photographie vidéo», Centre Georges Pompidou, Paris, 1999

    5 – 6. L’anello e il libro – scena, 2017 brass, copper, zinc, 60 parts, variable dimensions + shell.

    Disegno di uno spazio rituale, quello del processo giuridico: poliedro come struttura narrativa (il 6 rimanda all’arcano della Giustizia nei Tarocchi) e set filmico. In contrapposizione a questi simboli astratti e razionalisti una conchiglia, irregolare e organica.

    7. Arcano II, 2017 – tapestry, cotton, 135×218, cm
    8. Arcano II,file card composition, 2017, tapestry, 160 slides, text, variable dimensions.

    Nel 2012 il musicista americano John Zorn compose l’album Mount Analogue, ispirato al libro Le mont analogue (1939-1944, incompiuto) dello

    scrittore René Daumal. Seguendo un metodo compositivo chiamato “file card composition”, ha creato delle schede di istruzioni che vanno da indicazioni di esecuzione musicale, a associazioni libere con il contenuto del libro, a citazioni dello stesso. Queste combinazioni vengono estratte a sorte durante la registrazione e creano una struttura compositiva al tempo stesso aleatoria e organizzata.

    Il processo di aleatorietà e organizzazione, organicità e geometria, struttura e gioco linguistico, film sonoro e musica visiva (sinestesia), sono alla base del progetto presentato. Utilizzando come punto di partenza l’opera Le mont analogue – file cards composition (2016), creata utilizzando il gioco dei tarocchi di Marsiglia, l’installazione sovrappone il libro di Daumal con un’altra fonte, Il libro dell’ES, di Georg Groddeck, trasformando il materiale linguistico in materiale visivo. L’arazzo diventa lo strumento per tessere storie, e per realizzare ancora del cinema senza cinema.

    Meris Angioletti è nata a Bergamo nel 1977 e vive e lavora a Parigi. Dopo aver studiato all’Accademia di Brera e alla Domus Academy di Milano, ha conseguito un Master all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Una selezione delle sue recenti mostre personali include: Adagio (con Flora Moscovici), BF15, Lione; Le Grand Jeu, FRAC Champagne Ardenne; Danza macabra, BACO, Bergamo; While we are asleep here, we are awake somewhere else, and thus everymen is two men, Moderna Museet, The Studio, Stoccolma; I describe the Way and meanwhile I am Proceeding along It, Fondazione Galleria Civica di Trento; Ginnastica Oculare, GAMeC, Bergamo; Il Paradigma Indiziario, Careof, Milano.